Sebastiano De Filippi mi ha chiesto una delle due prefazioni (l’altra è del mio amico Fernando Soto Roland) per la sua opera «La Città della Fiamma Azzurra – Luci e ombre sul centro intraterreno di Erks» (Edizioni XPublishing, Roma, 2018), una straodinaria ricostruzione della vita sconosciuta del fondatore del mito di Erks, Ángel Cristo Acoglanis. Il lavoro di De Filippi alza il velo che ha coperto a partire dagli anni ’80 la città intra/extraterrestre che alcuni affermano di vedere da qualche parte fra i monti di Córdoba. Per me è un onore presentare una ricerca che si è svolta durante cinque lustri prima di salire a galla. In Argentina sarà nelle migliori librerie a ottobre (Editorial Biblos, Buenos Aires, 2018) e l’edizione italiana in presto.
Probabilmente quasi nessuno che si sia accostato per curiosità alle storie sulla città intraterrena di Erks e, di conseguenza, agli enigmi che circondano la città di Capilla del Monte e il monte Uritorco ha sentito parlare di Sebastiano De Filippi. Egli è diplomato in direzione musicale d’orchestra sinfonica presso la Royal Academy of Music di Londra, celebrato e pluripremiato in Argentina e in Italia, dove nel 2017 il Presidente lo ha nominato Cavaliere nell’Ordine al Merito della Repubblica. Ha coltivato il suo prestigio interpretando i grandi classici, un’area squisita della cultura squisita ma poco vicina agli orecchi profani.
Praticamente sconosciuto nei circoli ufologici, viene tuttavia apprezzato da una manciata di persone di questo ambiente, alcune delle quali sono protagoniste di questo libro. Lo conoscono perché lo hanno accolto a casa loro, lo hanno accompagnato ad alcuni luoghi, gli hanno suggerito con chi dovesse parlare su certi argomenti e lo hanno orientato in una ricerca il cui destino finale era al momento ancora ignoto. De Filippi ha parlato con ciascuna di queste persone. Ha registrato le testimonianze, ha studiato tutta la bibliografia specializzata, ha controllato gli archivi e ha esplorato le geografie di questa storia.
Ha intervistato spesso delle persone che non si conoscevano fra di loro. Il comune denominatore di queste conversazioni è un personaggio notevole, che aveva lasciato una forte impronta nelle loro vite: Ángel Cristo Acoglanis, chiropratico, mistico e mentore di Erks, la Città della Fiamma Azzurra. Mogli, amanti, figli, amici, discepoli, allievi, soci, assistenti, mecenati, scribi, compagni di studi… ciascuno era al corrente di una parte della vita di Acoglanis, alcuni ne conoscevano i segreti, ma nessuno aveva fatto prima lo sforzo di parlare con ciascuna delle parti, con tutti quelli che fossero disponibili per essere contattati (per mezzi ortodossi, naturalmente) e non avessero scrupoli di narrare la loro versione degli avvenimenti vissuti.
Nessun altro, inoltre, aveva analizzato i libri letti da Acoglanis, tutti i testi che egli ha scritto e la logica trasversale per la quale divenne lo sceneggiatore fantasma dei libri di Trigueirinho, l’autore più letto sul tema di Erks. Nessun altro sapeva come mai quell’uomo dalle umili origini, che in gioventù era stato autista ed elettricista, si era arricchito ed era giunto al punto di visitare in ambulatori medici funzionari governativi e celebrità.
Nessun altro è riuscito a scovare la ragione per cui il secondo esoterista più conosciuto che ha a che fare con questa storia, Guillermo Alfredo Terrera, ha snobbato Acoglanis e ha messo al suo posto un tale Saruma, personaggio forse più sostanzioso in significati di un semplice individuo. Nessun altro aveva determinato mediante quali processi e influenze un “picaro” della città argentina di Rosario, con un profilo simile ma diverso dallo stereotipo del santone da varieté, è giunto a presentarsi come medico greco iniziatosi in Tibet, riuscendo a far sì che molti dei suoi pazienti gli credessero (o che non dessero importanza alla legittimità delle sue credenziali, una volta guariti dalla dolenza che li colpiva).
È arrivato così il giorno in cui Sebastiano De Filippi, togliendo del tempo alla sua attività artistica e ai suoi altri compiti culturali e accademici, è diventato ciò che forse non si era coscientemente proposto di essere: l’unico, a parte il proprio Acoglanis, a conoscere quasi tutto ciò che valeva la pena d’imparare per raccontare la sua vita pubblica e privata; o, se si preferisce, è diventato l’unico capace di rendere la storia di un uomo che quasi nessuno conosce meglio di lui.
De Filippi ha dedicato a questo lavoro titanico un tempo di maturazione che si spiega soltanto con la sua passione e la sua serietà per scoprire la verità: venticinque anni. Se l’autore avesse dovuto lavorare su questo libro con il traguardo di una data di consegna, le cose sarebbero state assai difficili per lui, per molte ragioni. Due di esse: la complessa personalità del protagonista, un uomo la cui capacità di affabulazione era paragonabile all’abilità di un prestigiatore, e i controversi dettagli dei fatti che questa opera descrive con abbondanza di date, nomi e situazioni: le strade sinuose che Acoglanis percorse per reinventare la sua vita, le letture formative che forgiarono la sua teologia teosofica-rosacrociana-cosmica, le deviazioni forzate dai suoi amori clandestini, i vantaggi e le minacce derivati dal coltivare amicizie pericolose.
L’autore ha sistemato ognuno dei pezzi accuratamente riuniti con l’affetto che uno scrittore di fiction prodigherebbe al suo primo romanzo. Non era da meno: si trovava di fronte a una vita reale ma da favola. Si tratta, inoltre, della vita della persona che ha catapultato i nomi di Capilla del Monte e del suo celebre monte, l’Uritorco, al di là delle frontiere argentine.
De Filippi imbastisce i fili di una matassa di nervi dove cause sentimentali cedono il passo a missioni profetiche, rappresentazioni simboliche proprie ed estranee conducono ad affari formidabili, e rivelazioni apocalittiche che sembravano avere una dimensione spirituale di colpo s’incrociano con guerre dell’ego o colpiscono il punto debole di alcuni potenti. E un finale dove questa miscela – quest’amalgama di credenze, corruzioni ed infedeltà – esplode in un fatto brutale la cui spiegazione giunge con tre decenni di ritardo.
Ne La Città della Fiamma Azzurra Sebastiano De Filippi articola una trama di storie di vita che dovevano essere assemblate da un ricercatore meticoloso, dotato di una prosa scorrevole e animata da una mente perspicace, per accattivarsi lettori stufi di tergiversazioni, menzogne ed esagerazioni. La sua penna rigorosa stupisce il lettore con ironie pungenti e con uno stile senza artifici, spiegando cronologicamente le incredibili avventure del fondatore del mito di Erks e dei suoi compagni di viaggio, che a volte sembrano il cast di una commedia di equivoci e altre volte gli attori di una messinscena drammatica.
In tempi di attenzione sfuggevole, migliaia d’interessati all’esoterismo, l’ufologia e le religioni contemporanee hanno qui, da leggere di getto, argomentazioni solide e una narrazione documentata che risponde alle grandi domande su Ángel Cristo Acoglanis, la realtà sulle energie cosmiche e altri enigmi dell’Uritorco; in più, verso la fine, l’autore rivela per la prima volta un dato assolutamente affascinante: le coordinate precise di ciò che si conosce come Erks.
Le scoperte che ha fatto l’autore e che espone nella sua opera disarcionano le migliaia di pagine senza senso che, paradossalmente, danno un senso a questo libro erudito e divertente, e quindi doppiamente straordinario.
Chiedo il permesso per dedicare un ultimo paragrafo a una digressione personale. Dieci anni fa pubblicai a Buenos Aires il libro Invasores. Historias reales de extraterrestres en la Argentina e alcuni mi hanno rimproverato l’aver eluso il dossier che adesso quest’opera imposta in modo frontale. Spiegare le ragioni dell’omissione è stato difficile. Oggi ho l’alibi perfetto: mi ci sarebbero voluti venticinque anni di ricerca e una virtù che De Filippi possiede ed io forse no, che è la pazienza del monaco che vive il suo ritiro in silenzio, senza pensare al giorno in cui forse scriverà sul suo dio o su quello che meglio conosce.
I suoi lettori siamo fortunati: Sebastiano lo ha fatto.
Classificazione. 1 mignolo fratturato: schifoso. 1 mignolo: cattivo 2 mignoli: regolari. 3 mignoli: buono. 4 mignoli: molto buono. 5 mignoli: eccellente.
Es traducción del original en español «Veinticinco años de silencio», prólogo de La ciudad de la llama Azul – Luces y sombras sobre el cerro Uritorco (Editorial Biblos, Buenos Aires, 2018).
Piú info: «La Città della Fiamma Azzurra – Luci e ombre sul centro intraterreno di Erks»